sabato 19 dicembre 2009

Roberto Pazzi

File:Roberto Pazzi.jpgOggi nel mio paese c'è stata la presentazione dell'ultimo libro di Roberto Pazzi, ovvero "Dopo primavera". Come prima volta ad una presentazione di un libro devo ammettere che è stato piuttosto interessante ed emozionante. Dopo una piccola introduzione di Piermassimo Paloni, lo scrittore si è alzato e si è messo a leggere ciò che ha definito essere il punto cruciale dell'intero romanzo, ovvero il momento in cui il protagonista abbandona la razionalità per entrare in un mondo fantastico, strano, surreale che è difficile (ma non impossibile) da comprendere per la mente. Con la sua lettura appassionata è assolutamente riuscito a catturare la mia attenzione tanto che sono andato via, poi, con una copia del libro!

La storia, in sé per sé, non è poi così complessa, da come ho capito dalla presentazione, fatto sta che nell'insieme è riuscito a tirarci fuori qualcosa di particolare. L'evento che da l'incipit a tutto il romanzo è l'incontro, da parte del protagonista, in casa sua di se stesso...una copia perfetta di sé. Come si può benissimo capire, la situazione è stranissima, ma, pensandoci bene, è una situazione che ognuno di noi almeno una volta si è trovato ad immaginare: il pensare a come saremmo potuti essere se avessimo fatto nella nostra vita scelte differenti...

Il momento migliore dell'intero incontro è stato quando Pazzi ha paragonato la vita dell'uomo ad un imbuto... un'immagine favolosa che nella sua semplicità spiega l'effettivo evolversi della vita basata su scelte prese e su sacrifici fatti: la nostra vita infatti è come un imbuto...se all'inizio abbiamo potenzialità tali per poter diventare qualunque cosa ci venga in mente, poi, nel corso degli anni, dopo aver intrapreso una strada piuttosto che un'altra, ci ritroviamo ad essere non più la totalità delle cose, ma bensì il foro più piccolo, ovvero una piccola parte di ciò che eravamo in partenza. Tutto questo quindi ci porta a riflettere sul nostro alter ego, cioè quell'io che ha fatto tutto ciò che io non ho potuto o voluto fare.
ImbutoParlando invece dell'intervento che ho fatto, c'è ben poco da dire...l'emozione era tantissima e perciò anche la dialettica è stata leggermente scarsa...sono caduto poi su una domanda semplicissima all'apparenza, ma forse più complessa in profondità e cioè "Quale libro porteresti su un'isola deserta?". Ovvio dire che di libri interessanti ce ne sono parecchi però, con una domanda del genere, mi trovo sempre spiazzato! Oggi potrei dire "Il simbolo perduto" di Dan Brown perchè è l'ultimo libro che ho letto e che mi è anche piaciuto, ma domani, preso in un momento differente, potrei anche dire che porterei volentieri su un'isola deserta "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafon.

L'unica cosa certa che posso dire è che sicuramente, quando ce ne sarà la possibilità, parteciperò ad un'altra presentazione di un altro libro sperando di avere la stessa emozione ed impressione di oggi ovvero la passione e il fervore dello scrittore mentre parla di una sua opera, considerandola come un figlio.

Inutile dire che a partire da questa sera inizierò e leggere "Dopo primavera" e appena possibile vi farò avere un mio parere a caldo! Buona serata a tutti.

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